domenica 17 maggio 2020

(Scheda 99 ) Sapete che cosa è la Esostosi del Femore?

Esostosi del femore

Articolo informativo di Giuseppe Pinna per S. O. S. - “Osteomielitici d’Italia” - Onlus  «Centro Servizi Informativi On-line per Osteomielitici e Pazienti dell’Ospedale CODIVILLA-PUTTI di Cortina d’Ampezzo. 
                             
Un uomo di 26 anni giungeva in osservazione nel marzo 2000 lamentando da circa tre mesi un fastidio dopo attività sportiva appena al di sopra del ginocchio destro. 
Tale sintomatologia tendeva a regredire con il riposo.
Visitando il paziente palpatoriamente era apprezzabile a livello femorale in sede metafisaria distale una tu-mefazione di consistenza ossea, non mobile sui piani circostanti riferibile in prima ipotesi a esostosi fibro-cartilaginea.
Veniva dunque eseguito accertamento radiografico che confermava il sospetto clinico.
Esame Radiografico
Informato il paziente si decideva di eseguire l'intervento chirurgico di asportazione dell'esostosi: la neo-formazione veniva asportata in toto a livello della base di impianto sul femore.
L'esostosi veniva inviata ad una unità di Isto-Citopatologia per un esame istologico che confermava la pre-senza di tessuto osseo di diametro di 2 cm. su cui era presente una formazione nodulare in parte cartilaginea di diametro di 2,5 cm.: tale formazione era riferibile ad esostosi osteocartilaginea.
Durante l'intervento chirurgico di rimozioneEsostasi rimossa
Esostasi
Veniva applicata a livello della base di impianto della cera per osso al fine di ridurre il sanguinamento e quindi veniva applicato un piccolo drenaggio aspirativo che veniva rimosso il giorno dopo appena prima della dimis-sione.
Dopo 14 giorni venivano rimossi i punti di sutura.
                                                      Mano - Rara esostosi del radio
                        Osteocondroma (esostosi)
                              
È un tumore benigno a partenza da una porzione fertile di cartilagine che si accresce progressivamente dall'osso.
È un tumore molto frequente e che talora è totalmente asintomatico. 
È leggermente più frequente nel sesso maschile e può riscontrarsi in qualsiasi distretto prediligendo soprat-tutto la metafisi distale del femore, prossimale e distale della tibia e l'omero.
                               
L'osteocondroma può aumentare di volume per tutto il periodo dell'accrescimento scheletrico senza per questo dar segno di sé; il dolore compare per lo sfregamento delle strutture molli circostanti o per sfrega-mento di strutture muscolo-scheletriche nel movimento articolare.
    
Il dolore può assumere significato diverso se compare in età adulta a livello di un'esostosi: in questo caso è bene sospettare una possibile degenerazione maligna (condrosarcoma) per cui è opportuno l'intervento chi-rurgico di asportazione.
                              
Le esostosi possono avere forma differente, ma sono comunque sempre costituite da osso spugnoso all'in-terno e osso corticale, rivestito da cartilagine normale, all'esterno.
L'esame radiografico consente di visualizzare l'esostosi confermando così il sospetto clinico.
L'esostosi ha di solito andamento benigno ma è stata descritta la possibilità di trasformazione maligna.
La terapia consiste nell'asportazione dell'esostosi alla sua base di impianto.
                      

Esostosi

Definizione:
L'esostosi è un amartoma (malformazione) di origine cartilaginea che origina a livello meta fisario delle ossa lunghe
Le esostosi possono essere solitarie oppure multipe: in quest'ultimo caso si tratta di malat- tia delle esostosi multiple che è di origina ereditaria familiare. 
Malattia delle esostosi multiple agli arti inferiori

Malattia delle esostosi multiple agli arti inferiori.
Epidemiologia:
1. Incidenza:
Dopo il fibroma non ossificante è il secondo tumore benigno dell'osso.

2. Sesso: 

M > F

3. Età:

oltre 5 anni di età.
Presentazione clinica:Si manifestano come delle tumefazioni para-articolari, dure, non dolenti ed a lento accresci-mento.
L'eventuale presenza di dolore è dovuta all'infiammazione della borsa mucosa che si for-ma sul cappuccio cartilagineo dell'esostosi.
Localizzazioni:
Le esostosi si possono localizzare nelle metafisi di tutte le ossa che si sviluppano per os-sificazione encondrale. 
Possono essere colpite tutte le ossa lunghe, l'ileo, la scapola e, più raramente le ver-tebre
Raramente le ossa della mano e del piede.
Distribuzione per età, sesso e sede delle Esostosi Solitarie

Distribuzione per età, sesso e sede delle Esostosi Solitarie (per gentile concessione del Centro Tumori dell’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna).
Sintomi:
Asintomatica
Esostosi della metafisi distale del femore posteriore




Esostosi della metafisi distale del femore posteriore

Istogenesi e patogenesi:
Le esostosi crescono durante lo sviluppo dello scheletro (quindi fino a circa 16-18 anni di età) ma non devono invece più crescere in età adulta: quando ciò avviene è probabile la de-generazione maligna dell'esostosi. 
La trasformazione maligna è estremamente rara (< 1%) e accade solo in età adulta: quan-do l'esostosi degenera, trasformandosi in un condrosarcoma, diventa sintomatica con do-lore ed aumento progressivo di volume. 
La componente che degenera è il cappuccio cartilagineo. 
I pazienti con malattia delle esostosi multiple hanno maggiore possibilità che un'esostosi degeneri perché hanno moltissime esostosi sparse nello scheletro: la probabilità che una di queste degeneri è pertanto più alta.
Diagnosi:Le esostosi possono essere sessili o peduncolate: si presentano come delle protuberanze formate da osso maturo che nascono dalla superficie ossea metafisaria in continuità con l'osso trasecolare ospite.
Spesso, specie se di piccole dimensioni, vengono occasionalmente scoperte durante esa-mi radiografici eseguiti per altri motivi.

Trattamento:
Chirurgia:
L'indicazione per la rimozione chirurgica dell'esostosi è solamente per motivi funzionali, es-tetici o per correggere eventuali deformità. 
Si consiglia di non asportare l'esostosi se non a fine sviluppo scheletrico. 
La rimozione dell'esostosi al solo scopo di prevenire un'evenuale e rara possibilità di dege-nerazione maligna non è indicata.
Prognosi:Sempre favorevole.
AutoreDott. F. Gherlinzoni

ESOSTOSI B) Nello schema, l’osso esuberante dalla corticale verso l’avanti è indicato in rosso. 
ESOSTOSI - Tumori ossei. A) Esostosi del terzo distale della tibia. 
La produzione ossea è nata dalla cartilagine di accrescimento: col passare del tempo l’osso si è allungato e l’esostosi è quindi lontana dal punto di origine.
                             
Una seconda esostosi è stata isolata attraverso piani di clivaggio muscolari
Osteotomia derotativa del femore prossimale
                               
Osteotomia derotativa del femore prossimale
                               
Esostosi Multipla Ereditaria
                               
 taglio della testa del femore
                               
Testa del femore
                               
    Distacco dell'inserzione del bicipite femorale
                               

Infezione tibiale

P.I. uomo di 44 anni che nel 1994 riportava, a seguito di un incidente stradale, una frattura dell'emipiatto tibiale mediale trattata chirurgicamente con sintesi mediante placca ad "L" + viti presso un ospedale nelle Filippine. 
L'intervento portava ad una buona riduzione della nota frattura.
                               Esame Radiografico Laterale              Esame Radiografico Frontale
Dopo un mese circa dall'intervento il paziente notava comparsa di gemizio sieroso dal terzo distale della ferita chirur-gica e febbre. 
Veniva quindi sottoposto a ciclo di antibioticoterapia e successive medicazioni.
Due anni dopo il paziente si trasferiva in Italia e nonostante la continua presenza di questo gemizio sieroso non si sottoponeva ad ulteriore controllo fino a quando, nel dicembre 1999, giungeva alla mia attenzione lamentando ricom-parsa di febbre da circa quindici giorni.
All'ispezione era evidente la presenza di un tramite fistoloso a livello del terzo distale della ferita in un quadro di osteomielite cronica.
La cute si presentava fortemente distrofica e non vitale nell'area immediatamente circostante il suddetto tramite fisto-loso.
L'intervento portava ad una buona riduzione della nota frattura.
Dopo un mese circa dall'intervento il paziente notava comparsa di gemizio sieroso dal terzo distale della ferita chirur-gica e febbre. 
Veniva quindi sottoposto a ciclo di antibioticoterapia e successive medicazioni.
Due anni dopo il paziente si trasferiva in Italia e nonostante la continua presenza di questo gemizio sieroso non si sottoponeva ad ulteriore controllo fino a quando, nel dicembre 1999, giungeva alla mia attenzione lamentando ricom-parsa di febbre da circa quindici giorni.
All'ispezione era evidente la presenza di un tramite fistoloso a livello del terzo distale della ferita in un quadro di osteomielite cronica.
                 Esame Visivo 1























La cute si presentava fortemente distrofica e non vitale nell'area immediatamente circostante il suddetto tramite fistoloso.
Il paziente, dopo essere stato informato sul suo stato e sulla possibilità di un eventuale e successivo intervento di chirurgia plastica qualora non fossimo riusciti ad ottenere una buona copertura cutanea, decideva di dare il suo assenso all'intervento. 
In sede di intervento chirurgico, prima di effettuare copertura antibiotica, abbiamo eseguito tre tamponi per esame col-turale ed antibiogramma, risultati successivamente negativi. 
Abbiamo, in sede di intervento, ripreso la vecchia direttrice ed eseguito una losanga con escissione del tramite fistoloso; successivamente abbiamo rimosso i mezzi di sintesi e quindi eseguito una accuratissima pulizia dei tramiti delle viti con curette e con frequenti lavaggi intraoperatori con fisiologica più rifocin alternati a quelli con perossido d'idrogeno più fisiologica; abbiamo rimosso i becchi osteofitosici che circondavano il letto della placca con uso di una pinza ossivora ottenendo alla fine un sufficiente affrontamento cutaneo senza eccessiva tensione dei lembi.
Abbiamo quindi posizionato un lavaggio continuo in-out di fisiologica con betadine al 10% per quattro giorni.


Esame Visivo 2
Abbiamo eseguito nel post-operatorio copertura antibiotica con cefalosporina della III generazione per via e. v. per sette giorni più chinolonico per os per sette giorni.
A 20 giorni dall'intervento abbiamo rimosso i punti di sutura e quindi seguito il paziente settimanalmente.
A due mesi dall'intervento il paziente poteva considerarsi clinicamente guarito.
Esame Visivo 3
da: http://www.orthosurgery.it/
                                  Fine
Pubblicato su Blogger oggi 16 settembre 2012 alle ore 22,55 da: Giuseppe Pinna de Marrubiu

mercoledì 4 marzo 2015

(Scheda 40) Osteomielite - Alcune domande più ricorrenti sul cosa è l'Osteomielite, come si prende, come si cura!

Alcune domande più ricorrenti sul cosa è l'Osteomielite, come si prende, come si cura!

Articolo informativo di Giuseppe Pinna de Marrubiu per S. O. S. - “Osteomielitici d’Italia” Onlus «Centro Servizi Informativi On-line per Pazienti Osteomielitici e non»; che addentra in un percorso storico, narrandoci che: "durante il corso dei secoli la medicina ha attraversato diversi stadi che, secondo gli storici vecchi e nuovi, sono i seguenti: medicina istintiva, medicina sacerdotale, medicina magica, medicina empirica, medicina scientifica".

Dunque, l'OSTEOMIELITE (il nome deriva dal greco osteon, che significa osso, - myelo si gnifica midollo e - itis che significa infiammazione) è un'infezione e infiammazione dell'apparato osteo-articolare che riguarda al contempo osso e relativa cavità midollare. 
Può essere utilmente sotto classificata sulla base dell'agente patogeno (batteri piogeni o mi cobatteri), sul per corso, sulla durata e sulla posizione anatomica dell'infezione.
È sostenuta da batteri, fra cui il più diffuso è lo stafilococco aureo.
Gli agenti patogeni più comuni cambiano a seconda dell'età: nei bambini vi è soprattutto la Escherichiacoli, mentre negli adulti sono più frequenti altri generi di gram negativi (Klebsiel la spp., Enterobacter spp. e Pseudo monas spp.).
Meno comunemente può essere causata anche da funghi, virus o parassiti.
Di certo, l'osteomielite è l'infezione ossea più grave che può verificarsi a danno della struttura scheletrica.
L'osteomielite può essere causata anche dalla crescita anomala delle ossa o dall'esposizione a grave batte riemia.
L'infezione ossea può derivare da diverse cause: diffusione ematogena di un focolaio infettivo distante, lesioni traumatiche profonde o gravi fratture esposte, interventi chirurgici ortope dici o diffusione dei batteri da una strut tura infetta vicina.
AMICI, sappiate che l'OSTEOMIELITE è più giornaliera di un semplice raffreddore... (spero di non crearvi psicosi) ...occhio quindi quando vai dal =DENTISTA=; agli =INFORTUNI QUOTIDIANI sia sul LAVORO o più semplice mente del TEMPO LIBERO che INCIDENTI STRADALI=; agli =INTERVENTI CHIRURGICI per la RIDUZIONE delle FRATTURE ESPOSTE o per INTERVENTI PROTESICI (specialmente di ANCA, FEMORE, GINOCCHIO, OMERO)=!!!
Ovvero trattasi di: "INFEZIONE OSSEA IRREVERSIBILE" prima e alle PARTI MOLLI poi = status degenerativo;
con GLICEMIA ed altro, si arriva al famoso PIEDE DIABETICO ect... e, poi alle PARTI DURE - OSSA.
Così ché IL VERO PROBLEMA PERO' NON E' TANTO LA MALATTIA, quanto il "DOVE SAPERE CHE SI PUÒ TENTARE DI CURARLA", poiché di ciarlatani e profani macellai, gli ospedali ne sono pieni, così come lo sono le discariche: di PIEDI e GAMBE!!!


Risultati immagini per osteomielite








http://photos1.blogger.com/x/blogger2/4224/635892640047303/1600/275478/caputo10.jpg
















Risultati immagini per osteomielite












Sono stato ricoverato per una frattura di ulna sinistra poi dimesso con osteomielite. Se faccio causa ho torto?
La frattura mi veniva ridotta cruentemente e sintetizzata con placca e 6 viti metalliche
Dopo un mese di medicazione il braccio si presentava tumefatto, caldo e arrossato con viva dolorabilità ai movimenti di rotazione. 
Valutato presso lo stesso ospedale dell'intervento, mi fu diagnosticata una Osteomielite a cari co del focolaio di frattura; per il quale sono stato operato ancora altre due volte. 
Io considero che tutto questo sia colpa dell'ospedale, perché il microbo l'ho preso nella sala operatoria durante il primo intervento.
Credo/crediamo che debba parlarne bene con un buon Avvocato!
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Ho l'Osteomielite corro qualche rischio se faccio un tatuaggio?
Come tutti i tatuaggi può portare un'ulteriore infezione e su un arto malato non mi sembra proprio il caso!  
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Osteomielite al piede con cartilagine consumata?
Ciao a tutti. 
Sono una Signora di circa 60 anni e da molti anni soffro di Osteomielite. 
I Dottori mi hanno diagnosticato anche la cartilagine consumata al piede e devo quindi, quan to prima, andare incontro ad un intervento
Inoltre dicono che mi devono bloccare il piede per risolvere il problema e diminuire i dolori, ma non vorrei che con questo procedimento non potrei più muovermi come prima. 
Ci sono altre soluzioni o tecniche che si posso seguire? 
Chi può mi indirizzi in qualche centro più competente. 
Risposta di: Giuseppe Pinna de Marrubiu per S. O. S. - “Osteomielitici d’Italia” - Onlus  «Centro Servizi Informativi On-line per Pazienti Osteomielitici e non».
Cara Signora, il mio/nostro suggerimento-consiglio (che non è ne professionale ne medico, ma solo derivante da esperienza diretta sulla propria pelle), è quello di cominciare a prendere in seria consi derazione sia la possibilità dell'intervento, oppure quella di soluzioni alternative che possono anche essere delle iniezioni di acido ialuronico. 
Qualche tempo fa, abbiamo avuto un'amica con lo stesso problema (però al ginocchio) e ha do vuto sottoporsi anche a delle terapie riabilitative. 
Pertanto, prima di operarsi vagli delle altre possibilità, provi con delle sedute di Iperbarica (almeno 15 iniziali e subito) abbinate a della fisioterapia. 
Io abito in Sardegna e quindi nella sua zona non conosco i centri idonei, ma credo che se ha fiducia nel suo medico dovrebbe affidarsi ai suoi consigli.
Le faccio/mo tanti auguri. 
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Come curare l'Osteomielite?
La terapia essenziale dell'Osteomielite consiste in:
- immobilizzazione con gesso o tutori
- abolire il carico sulla parte affetta (in genere riposo a letto)
- antibiotici.
Se la cosa si risolve li bene, altrimenti si passa all'approccio chirurgico con:
- drenaggio chirurgico dell'ascesso
- lavaggio con liquido antisettico
- eventuale chirurgia ricostruttiva.
Alle prime avvisaglie, rivolgetevi quindi, al Medico di base o al Pronto Soccorso, entrambi comunque vi indirizzeranno ad un capace Ortopedico e... mi si scusi, ma il punto è proprio questo per gli affetti da Osteomielite
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Aiuto... che cosa ho???
Finalmente dopo un anno di patimenti e dolori, mi hanno riscontrato una malattia alle ossa che si chiama Osteomielite!!!!! 
Cosa è? 
E, ci sono dei centri specifici per aiutarmi, grazie.
Risposta di Giuseppe Pinna de Marrubiu per S. O. S. - “Osteomielitici d’Italia” Onlus «Centro Servizi Informativi On-line per Pazienti Osteomielitici».....
Si tratta di una flogosi sostenuta da presenza di germi patogeni o meno comunemente, da miceti in un segmento osseo costituito da una corticale ed uno spazio midollare. 
Se il segmento osseo non ha midollare, come il calcagno o una falange, l'infezione è defini ta Osteite.
Si distingue in acuta e cronica.
Si ci sono alcuni centri in Italia che dicono di curare l'Osteomielite, mentre a nostro modes to avviso è più quotidiano la cura delle Infezioni Osse e Osteoarticolari: - Similissime ma con procedure e protocolli dissimili!!!
Io ad esempio mi reputo fortunato, ma questa è un'altra storia, ed è la mia!!!
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                 CARTA DEI SERVIZI E INFORMAZIONI SANITARIE
Lo Sportello Amico della S. O. S. - Osteomielitici d’Italia Onlus - «Centro Servizi Informativi On-line per Pazienti Osteomielitici», qui presente e su Facebook, EVIDENZIA che i numeri telefonici utili sono: Centro Unico Informazioni 0783 859004 dalle ore 9,30  alle ore 13,00 - dalle 17,00 alle 20. 
                                              -------------------------------
Attualmente in Italia secondo la nostra conoscenza, vi sono diversi Centri Sanitari dove le complicazioni settiche ortopediche vengono trattate con la Medicina Iperbarica
L'elenco seguente è provvisorio e quindi da completare e suscettibile di variazioni.
                           Centri Iperbarici operativi in Italia
                   Società Italiana di Medicina Subacquea e Iperbarica www.simsi.org
                                                Vedi elenco allegato
                     Centro Cura Ferite Difficili della AUSL di Ravenna
è sito presso il Centro Iperbarico
via A. Torre, 3 – 48100 Ravenna
tel. 0544-500152, fax 0544-500148 
e-mail: iperoxy@sira.it     www.sira.it/OTI
G.I.S.T.I.O. Gruppo Italiano di studio e Terapia delle Infezioni Osteo-Articolari
Presidente in carica: dott. Ferdinando Lorenzo Da Rin
Entofyt delegazione Italiana
Tel: 02-48958688    via Brunelleschi 5, 20146 Milano
G.I.S.T.I.O.
www.gistio.com
Gruppo Italiano di Studio e Terapia delle Infezioni Osteoartcolari.
 www.piagadadecubito.it
ITSB, Immunoterapia di Stimolazione Attiva Antibatterica
Entofyt s.r.l. - Delegazione di Milano
Responsabile: dott. Giuliano Astolfi
Tel: 02-48958688 / Fax: 02-42294217
via Brunelleschi 5, 20146 Milano      www.biotrading.net
                                              Altri punti di riferimento ?
Centro di Medicina Iperbarica presso il C.T.O. Ospedale Marino di Cagliari. 
                              -----------------------------------------------------



Pubblicato su Blogger oggi 3 Maggio 2012 alle ore 15,08 da: Giuseppe Pinna de Marrubiu