mercoledì 21 novembre 2012

(Scheda 162) Che cosa è l'ossigenoterapia iperbarica?

            Che cosa è l'ossigenoterapia iperbarica?
Articolo informativo di Giuseppe Pinna per S. O. S. - “Osteomielitici d’Italia” - Onlus «Centro Servizi Informativi On-line per Osteomielitici e Pazienti dell’Ospedale CODIVILLA-PUTTI di Cortina d’Ampezzo».

L'ossigenoterapia iperbarica è una terapia incruenta attuata mediante respirazione di ossi-geno puro a pressione superiore a quella ambientale, in camere iperbariche pressurizzate ad aria. 
In tal modo si ottiene che una maggior quantità di ossigeno sia trasportato nel nostro sangue, e venga spinto dai capillari alle cellule con più facilità grazie alla maggior pressione alla quale viene a trovarsi nei capillari stessi.

I principi su cui si basa questa terapia derivano da leggi fisiche dei gas che regolano l'assor-bimento e la diffusione tissutale, da principi di fisiologia e dalla conoscenza della farmacologia dell'ossigeno.

Infatti, la somministrazione di ossigeno, soprattutto in condizioni iperbariche, deve essere ef-fettuata con schemi terapeutici, caratteristici per ogni patologia, che siano sufficienti a riattiva-re processi metabolici depressi senza indurre effetti collaterali da iperdosaggio.

Un medico specialista è presente in camera iperbarica per tutto il periodo di permanenza del paziente con compiti di assistenza e di vigilanza della sicurezza. 

Tutte le operazioni che si svolgono all'interno sono controllate da operatori su un quadro di con-trollo e manovra.

Per la gestione dell'emergenza è prevista un'apposita area che comprende il laboratorio per esami d'urgenza ed una sala attrezzata a terapia intensiva, dotata di una camera iperbarica ad apertura totale interamente riservata per casi di particolare gravità. 
                            
AZIONE DELL'OSSIGENO IPERBARICO
  • Fornisce O2 ai tessuti ischemici (deficit circolatorio o di trasporto)
  • Ha azione antibatterica diretta e indiretta
  • Ha azione antiedema (cerebrale, midollare, tissutale)
  • Ha azione antinfiammatoria, antireattiva
  • Determina vasocostrizione iniziale e successiva dilatazione reattiva
  • Facilita la profilerazione vascolare capillare e la rivascolarizzazione di aree ischemiche
  • Accelera la demarcazione fra tessuto certamente necrotico e quello ischemico recuperabile
  • Favorisce la produzione di collagene
  • Attiva l'osteogenesi e la deposizione di Ca
  • Modifica il bilancio prostaglandine
  • Aumenta la permeabilità della barriera ematoencefalica
COSA CURA L'OSSIGENOTERAPIA IPERBARICA
  • Embolia gassosa arteriosa
  • Malattia da decompressione
  • Intossicazione da CO e da sostanze solfometaemoglobinizzanti
  • Gangrena gassosa
  • Infezioni da flora batterica mista
  • Gangrena umida delle estremità in diabetici
  • Sindrome da schiacciamento
  • Radiocrenosi tissutale
  • Sordità improvvisa
  • Osteomielite
  • Trapianti o lesioni chirurgiche a rischio
  • Insufficienze vascoalri
  • Fratture a rischio di scarso consolidamento
  • Algodistrofie post traumatiche e necrosi asettica
  • Patologie retiniche
        

Ossigenoterapia iperbarica

L’Ossigenoterapia iperbarica (OTI) è una terapia etica, riconosciuta dalla medicina conven-zionale, non invasiva e basata sulla respirazione di ossigeno puro al 100% o miscele gassose iperossigenate all’interno di una Camera Iperbarica

La pressione permette la diffusione dell’ossigeno nel sangue con una concentrazione superio- re anche dieci volte rispetto al normale; in questo modo si favorisce la formazione di nuovi vasi sanguigni e si mobilitano le cellule staminali

                                   

L’Oti, riattivando i processi metabolici bloccati, porta alcune importanti malattie a guarigione o miglioramento.
È efficace, per esempio, per: 
- le embolie gassose arteriose, 
- la gangrena gassosa da clostridi, 
- l’ischemia traumatica acuta, 
- l’osteomielite cronica refrattaria
- gli innesti cutanei e i lembi a rischio, 
- la necrosi ossea asettica e la sordità improvvisa, 
- le ulcere cutanee.
Molti pensano che l’ossigenoterapia iperbarica sia utile solo nei casi estremi di intossicazio-ne da monossido di carbonio o in caso di incidenti dei subacquei (malattia da decompressio-ne [MDD] o embolia gassosa arteriosa [EGA]): in questi casi non è solo consigliata ma è con-siderata la terapia necessaria a salvare la vita dei pazienti.
In realtà l’OTI è utilizzata per affrontare e curare molte malattie come:
malattie alle ossa (osteomieliti, osteonecrosi)

ferite che non si richiudono (ulcere di diverso tipo),

piede diabetico,

retinopatie

infiammazioni alle gengive (paradontosi)

sordità improvvise.

                             

Nella maggior parte di queste patologie è fondamentale iniziare subito la terapia iperbarica perchè si aumenta la possibilità di guarire del tutto e in breve tempo. 
Inoltre nell’ambito di un preciso percorso terapeutico pluridisciplina l’OTI è fondamentale per la guarigione da traumi e fratture.
Gli effetti benefici che l’ossigeno iperbarico favorisce nel corso di cicli più o meno lunghi si protraggono nel tempo anche dopo la fine della terapia.                          

OTI riduce rischio amputazione

L’ossigenoterapia iperbarica aiuta a ridurre notevolmente il rischio di amputazione degli arti, perché stimola la produzione di cellule staminali che rigenerano i tessuti.
Malattie come il: 

diabete
lesioni cutanee gravi
traumi da sport,
insufficienza venosa e deficit arterioso,

che negli stadi più avanzati e gravi possono portare all’amputazione dell’arto interessato dal-la patologia. 
Il fattore tempo in questo caso è determinante e bisogna sfruttarlo al meglio. 
              

Grazie al dossier sull’assistenza ai pazienti diabetici(pubblicato dalla Regione Emilia Romagna), an-che i più scettici possono contare su numeri, studi e dati scientifici che dimostrano l’efficacia del trattamento in camera iperbarica per molte patologie.

                                           

A conferma di quanto detto si può guardare il caso dell’Emilia – Romagna: nel bacino di utenza del Centro Iperba barico di Ravenna, e in generale in tutta la provincia si nota un minore tasso di amputazione arti (segnato dal colore azzurro chiaro nella figura).

                                 L’ossigenoterapia iperbarica aiuta a ridurre notevolmente il rischio di amputazione degli ati, perché stimola la produzione di cellule staminali che rigenerano i tessuti.

Le ulcere trattate al DSA-CFD

L'Ulcera arteriosa, è una ferita alla gamba o al piede che si presenta come una zona nera circondata da pelle bianca, fredda, senza peli. 

                     

E’ causata dalla cattiva circolazione: il sangue (che porta ossigeno) non arriva nei piedi

Senza ossigeno la pelle muore. 

E’ una malattia molto dolorosa, con dolore a fitte che aumenta specialmente la notte e ogni vol-ta che si tengano i piedi sollevati oppure quando si cammina. 
Un parametro per valutare la gravità del cattiva circolazione è misurare quanti metri si riesca a camminare prima che compaia una fitta dolorosa al polpaccio (“claudicatio”).
Le Ulcere arteriose  guariscono, in media, in tre mesi dalla prima visita.
                                    
Ulcera venosa o linfatica
E' una ferita alla gamba che si presenta come un buco (perdita di sostanza) dal quale esce liquido (le medicazioni sono spesso bagnate e sporche).
E’ causata dal cattivo funzionamento di alcune valvole che si trovano nelle vene, i vasi che por tano il sangue dai piedi al cuore oppure per un danno ai vasi linfatici che sono la fognatura del corpo umano
                                          
Le valvole delle vene obbligano il sangue a muoversi sempre e solo dal basso (piedi) verso l’alto (cuore)
Quando le valvole si sfondano, il sangue precipita verso il basso, così le gambe e i piedi si gonfiano. 
Sia nelle ulcere venose che in quelle linfatiche si ha un miglioramento con la compressione tramite bendaggio, camminando spesso (in modo da facilitare il movimento del sangue) op-pure tenendo le gambe a riposo, sollevate in alto rispetto al cuore
                                        
Talvolta è necessario un intervento chirurgico per sostituire le vene o i vasi linfatici rotti
L’ulcera venosa o linfatica in media guarisce in tre mesi dalla prima visita.
                               
Ulcera da trauma
  
E' una ferita in qualsiasi parte del corpo causata da un trauma (incidente, taglio, scoppio, us-tione, congelamento, arma da fuoco o altro). 
Si presenta come un buco, spesso c’è infezione
E’ più grave nelle persone che hanno superato i quaranta anni e qualora ci sia un danno all’os-so, alla circolazione o ai nervi
                          
L’ulcera da trauma in media guarisce in tre mesi dalla prima visita.
                                
 
Ulcera reumatica
E' una ferita in qualsiasi parte del corpo causata dal sangue cattivo, intossicato. 
Succede alle persone che soffrono per tumore, malattie del fegato e dell’intestino, reumatismi o malattie croniche della pelle (sclerodermia, lupus e altro), malattie dei vasi sanguigni (vas-culiti)
                   
Sono ferite molto dolorose. 
Il dolore è sempre presente, a volte è più forte (come se ci fosse un cane che morda)
Sono difficili da riconoscere e da curare perché il paziente lamenta vari problemi (ci sono tanti problemi quante sono le stelle in cielo) e solo un esperto sa capire di quale malattia si tratti (come un esperto in stelle, guardando il cielo di notte, sa riconoscere le costellazioni).
                 
Piede diabetico
Gangrena umida I raggio
E' una ferita del piede in un paziente diabetico
Ci sono tre tipi: 
- dovuto al cattivo funzionamento dei nervi (guarisce principalmente evitando di camminare); dovuto a cattiva circolazione (guarisce aggiustando la circolazione con un intervento chirurgi- co) e un tipo dovuto sia al cattivo funzionamento dei nervi che della circolazione
E’ facile l’infezione che può peggiorare fino alla cancrena del piede che richiede l’amputa-zione della parte marcia. 
In media, guariscono e si riesce a salvare la gamba in uno su tre pazienti già destinati all’am-putazione
La Regione Emilia Romagna ha misurato che nel periodo 2005-2007, in Ravenna, la probabilità di essere amputati alla gamba per complicazione del diabete è stata la metà rispetto al resto della Regione.
In piazza per il Falò delle tessere elettorali, o ripristinano i nostri diritti o non serve andare a votare
Ulcera da pressione
E' una ferita in qualsiasi parte del corpo dovuta alla pressione sul letto o sulla carrozzina qua-lora la persona non riesca a muoversi (in seguito a un incidente o ad altra grave malattia)
E’ una dell’infezioni molto gravi. 
Spesso si vede un buco o una zona nera che è solo la punta di un iceberg (la malattia scava sotto la pelle e il buco vero è molto più grande di quanto si possa pensare)
E’ importante muovere spesso il paziente, curare l’alimentazione e utilizzare presidi (materas- si, carrozzine, tutori) studiati appositamente per prevenire la comparsa dell’ulcera da pres- sione
La la ferita guarisce o diventa pronta per un intervento di chirurgia plastica, in media, in tre mesi dalla prima visita.
                  
        
 
            
OTI – Osigenoterapia iperbarica
definizione scientifica e bibliografia
L’Ossigenoterapia Iperbarica (OTI) è la somministrazione incruenta di ossigeno puro o mis-cele gassose arricchite in ossigeno, che avviene all’interno di speciali ambienti, le camere iperbariche, portate a una pressione superiore a quella atmosferica mediante pressurizza-zione con aria compressa, mentre il paziente, all’interno, respira ossigeno puro o miscele gas -sose, in circuito chiuso, attraverso mascherecaschi o tubi endotracheali.
                               
Nella respirazione in aria, a pressione atmosferica, il 98,5% dell’ossigeno viene trasportato dai globuli rossi, nei quali è presente l’emoglobina con cui si lega l’ossigeno; pertanto è neces- saria la presenza di vasi sanguigni integri, affinché possano passare i globuli rossi, per facili-tare l’arrivo dell’ossigeno ai tessuti. 
L’esposizione a pressioni elevate di ossigeno comporta l’aumento della quota di ossigeno tras portata in soluzione nel plasma e disponibile per la respirazione tissutale. 
A pressioni fra 2 e le 3 atmosfere assolute (ATA) la quantità di ossigeno trasportato ai tessuti, in questa forma, può essere anche di 15 volte superiore al normale, fino a poter soddisfare interamente le necessità delle cellule.
Questo aumento dell’ossigeno, disciolto in forma fisica nel plasma, comporta la possibilità di ripristinare l’ossigenazione in aree dove i vasi sanguigni sono carenti o rovinati e quindi aree ipossiche o ipoperfuse, comporta la ripresa di funzioni tissutali ossigeno-dipendenti, la possibi lità di contrastare effetti tossici che abbiano implicato una ipossia tissutale. 
Aumenta la deformabilità dei globuli rossi e, quindi, la possibilità di questi ultimi di spostarsi con più facilità all’interno dei vasi sanguigni, capillari compresi.
Comporta la ridistribuzione del sangue verso i tessuti ipossici a seguito di vasocostrizione nei tessuti sani. 
Oltre a questi effetti l’ossigeno iperbarico esplica anche un’azione antibatterica diretta ed in-diretta, ha un’azione di vasocostrizione con riduzione dell’edema post-traumatico e/o post-chi rurgico, protegge i tessuti dai danni del fenomeno di ischemia/riperfusione mantenendo normali i livelli di ATPasi, di Fosfocreatinkinasi e basso quelli dei lattati, protegge le membra ne dalla lipoperossidazione radicalica, inibisce la produzione di beta2-integrine che favoris-cono l’adesivita’ dei leucociti sulla parete capillare, con conseguente danno endoteliale.
Promuove i processi riparativi con l’aumento del metabolismo cellulare, la riattivazione di fibro-blasti, osteoblasti, della collagenosintesi, incrementa la sintesi di matrice extracellulare, ha un effetto di stimolo sulla neoformazione vascolare 3-7.
L’OTI viene usata negli stati morbosi in cui esiste e persiste uno squilibrio locale fra necessità, apporto e capacità di utilizzazione dell’ossigeno: insufficienze vascolari acute e cronichepato-logie dell’ossoinfezioni acute e croniche dell’osso e dei tessuti molli
L’azione dell’ossigeno Iperbarico per potersi esplicare ha bisogno di un certo tempo e di un certo numero di sedute, che variano a seconda della patologia, acuta o cronica, da trattare, del tessuto interessato dalla patologia (il tessuto osseo, ad esempio, necessita di un maggior numero di trattamenti rispetto ad altri tessuti) e dall’associazione nella stessa patologia di più cause invalidanti (es: nel piede diabetico la gravità della situazione locale viene appesan-tita dalla presenza di ischemia e di infezione).
Il ripristino di funzioni vitali come la respirazione cellulare, con conseguente riattivazione dei compiti a cui la cellula è preposta, la neoformazione vascolare, ecc. sono tutti effetti che l’ossi- geno iperbarico esplica nel corso di cicli più o meno lunghi e tali effetti si protraggono nel tempo anche dopo la fine della terapia.
Bibliografia
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Pubblicato su Blogger oggi 20 novembre 2012 alle ore 22,11 da: Giuseppe Pinna de Marrubiu

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