martedì 27 novembre 2012

(Scheda 171) Femore e Osteotomie.


Parliamo un poco delle Osteotomie

Articolo informativo di Giuseppe Pinna per S. O. S. - “Osteomielitici d’Italia” - Onlus «Centro Servizi Informativi On-line per Pazienti Osteomielitici».
Trattasi di un'Intervento chirurgico che consistente nella sezione di un osso a scopo corretti-
vo.

Viene praticata per correggere deformità ossee congenite o acquisite.
L’intervento di Osteotomia prevede una fase successiva, in cui si immobilizza l’osso nella posizione voluta mediante apparecchio gessato o con mezzi vari di osteosintesi.
               
Le Osteotomie hanno lo scopo di cambiare l’orientamento della testa femorale per togliere dalla zona di carico l’area necrotica e quindi ridurre il rischio di collasso. 
Possono essere impiegate negli stadi da I a III. 
                             
Si possono eseguire osteotomie di varizzazionevalgizzazionecombinate (con flessio-ne) e di rotazione (Sugioka e varianti) a seconda del ri-orientamento che si deve dare alla tes ta femorale
                          
Il tasso di successo varia dal 50% al 70%.
Le osteotomie femorali sono le più delicate da realizzare.

La loro consolidazione é spesso molto lenta.

Le osteotomie hanno ancora un posto importante, isolatamente o, nel futuro, 
in associazione con la ricostruzione cartilaginea (trapianto a mosaico o trapianto dei condrociti). 

Procedura Trap Door
In questo intervento si espone la testa femorale lussando l’articolazione, si apre uno spor-tello nell’area di cartilagine sovrastante alla regione necrotica, la si svuota e la si riempie con un innesto autologo di osso; al termine di richiude lo sportello e si ripristina la congruenza articolare. 
     
Questo intervento è indicato in soggetti giovani in stadio III e con angolo necrotico combina-to di Kerboull inferiore a 200°, quindi con lesioni non troppo ampie. 
In pazienti selezionati, le probabilità di successo si avvicinano all’80%. 
Anche qui la possibilità di avvalersi di fattori di crescita ossea potrebbe migliorare i risultati a distanza.
Esempio di chirurgia aperta per shaping del collo femorale (prima e dopo) in paziente affetto da impingement tipo CAM.

Visione artroscopica intraarticolare dell’anca, dal portale sovratrocanterico posteriore. Visione del portale sovratrocanterico anteriore e del portale anteriore.
Visione artroscopica intraarticolare di resezione della parete anteriore acetabolare. Da notare la presenza di fenomeni artrosici.
Visione extraarticolare dell'escrescenza ossea sul collo del femore detta Bump (B).
Visione extraarticolare durante la resezione del bump con fresa motorizzata
Esempio di resezione dell'escrescenza ossea di un impingement tipo CAM prima e dopo l'intervento.
taglio della testa del femore
                               
Protesi Biarticolate (Endoprotesi)
Sono protesi articolari che si impiantano nel femore e che hanno una doppia testa mobile
La testa di dimensioni più piccole si articola con una testa maggiore e questa viene inserita nel cotile del paziente producendo un dispositivo articolare duplice. 
Questo tipo di protesi, quindi, non richiede l’impianto di un cotile e mantiene l’integrità del acetabolo.
Può essere una soluzione nei soggetti relativamente giovani in cui la testa femorale è irrecu-perabile ma la cartilagine del cotile è ancora soddisfacente.
                                                              testa del femore formando
  

                       
Protesi Totali d’Anca (Artroprotesi)
Le protesi totali sono quelle in cui viene sostituita sia la testa femorale che l’acetabolo
Sono la soluzione quando la superficie articolare è irrimediabilmente danneggiata. 
Le soluzioni oggi disponibili sono però molteplici: dalle protesi standard, a quelle su misura o modulari (vedi Chirurgia Protesica dell’Anca Displasica), alle protesi di rivestimento (vedi Artroprotesi in Pazienti Giovani), è possibile ottimizzare la strategia chirurgica per garantire risultati soddisfacenti a lungo termine.
                             
Trattamento Farmacologico
A fine 2005 è apparso un’interessante studio randomizzato che ha confrontato gli esiti a dis-tanza di due gruppi di pazienti affetti da necrosi avascolare non traumatica (stadio II e III di Steinberg, classe C)
Nei venti pazienti trattati con alendronato al dosaggio di 70 mg alla settimana per 25 settimane solo 2 delle 29 teste femorali ammalate (6,8%) mostrarono un collasso strutturale a distanza di due anni mentre nel 20 soggetti del gruppo di controllo le teste collassate furono 19 su 25 (76%)
Ad almeno 2 anni dall’inizio dello studio, nel gruppo trattato con alendronato solo 1 femore ri chiese di essere protesizzato contro le 16 anche del gruppo di controllo.
                                            
Questo studio apre interessanti prospettive per l’utilizzo dell’alendronato nella prevenzione dell’evoluzione delle necrosi avascolari della testa femorale.
                                                Fine 
Pubblicato su Blogger oggi 27 novembre 2012 alle ore 18,51 da: Giuseppe Pinna de Marrubiu

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