venerdì 30 novembre 2012

(Scheda 180) Che cosa è la Protesi totale dell'Anca non cementata?

  Protesi totale di Anca non cementata
                       
Articolo informativo di Giuseppe Pinna per S. O. S. - “Osteomielitici d’Italia” - Onlus «Centro Servizi Informativi On-line per Pazienti Osteomielitici».
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Album Foto - Associazione Volontari Missioni Cottolengo (onlus)

Chaaria Mission Hospital (Kenya) - Hogar di Tachina (Ecuador)

venerdì, 29 agosto 2008 

Mi chiamo Stella. Ho una osteomielite che mi ha completamente mangiato la testa del femore sinistro. Vedete che la mia gamba sinistra è più corta dell'altra. Ho delle fistole che non posso farvi vedere perchè dalla testa del femore ora raggiungono anche i miei genitali esterni. Ho dieci anni e sono in queste condizioni da 4. Unica speranza è una protesi totale d'anca. La farebbero al Nairobi Hospital, ma i miei non hanno i soldi... quell'ospedale è carissimo. E' per i ricchi. Ora la mia richiesta è duplice: c'è qualcuno che vorrebbe provare a pagarmi questo interveto a Nairobi?. Alternativamente, c'è un chirurgo ortopedico che potrebbe portarsi la protesi dall'Italia e operarmi qui, magari affittando la sala operatoria di Nkubu o Matiri?

Grazie in anticipo, Stella

Protesi totale di Anca non cementata
radiografia anca e protesi





Con gli anni, ma non solo, le articolazioni perdono elasticità e si possono verificare fenomeni di artrosi che provocano dolore, fino ad una scarsa mobilità del paziente.
In questi casi si ricorre alla protesi d’anca simile a quella visibile nella radiografia qui a lato.
L’intervento in se è abbastanza semplice e dura circa un’ora. 
La fase più delicata e complicata è la progettazione dell’intervento stesso, nella quale si deve calcolare la giusta posizione e inclinazione della protesi che andrà a sostituire l’osso.
La pianificazione viene fatta basandosi su delle radiografie a cui vengono sovrapposti dei lucidi con le varie protesi disponibili per trovare la misura più adatta. 
Un errore di valutazione in questa fase potrebbe comportare un’angolazione della protesi er rata, il che si tradurrebbe in una camminata anormale del paziente una volta dimesso.
Per la sostituzione totale dell’articolazione dell’anca si utilizzano protesi in lega di titanio non cementate, che permettono al paziente di tornare a camminare già dopo 3 o 4 giorni al mas- simo dall’intervento. 
Inoltre, la non cementificazione dell’impianto è un pregio perché le colle polimeriche utiliz-zate sono altamente tossiche e provocano necrosi.
[Proseguendo nell'articolo, vengono illustrate tutte le fasi principali dell'intervento e per loro natura non sono adatte a persone "sensibili"]
protesi non cementata e coppa
Sopra una protesi in lega di titanio
Da notare la parte “ruvida” del gambo che promuove l’osteointegrazione dell’impianto.
A questo punto si riportano i dati, ottenuti precedentemente nella fase preoperatoria, con un pennarello sulla gamba del paziente.
posizione intervento anca
Dopodiché si passa all’operazione vera e propria incidendo la cute e facendo uscire il femore dalla sua sede.
incisione della cute
Il chirurgo tramite il bisturi elettrico e aiutato con delle pinze esegue l’approccio al femore.
approccio alla testa femorale con bisturi elettrico
Una volta raggiunta la zona di interesse si posizionano dei divaricatori fissi che garantiscono 
al chirurgo ortopedico un’ampio e stabile campo operatorio.
                           
Una volta raggiunto il femore si espone la testa e la si predispone per il passaggio successivo.
testa femore
A questo punto viene tagliata la parte terminale del femore con un seghetto elettrico. Nella foto il chirurgo 
tiene nella mano la testa del femore appena rimossa.
taglio della testa del femore
Tagliata la testa femorale, si prepara l’alloggiamento della coppa acetabolare con una specie di trapano 
che raschia la cartilagine e una parte di osso.
raschiatura coppa acetabolare
Questo è il risultato che si ottiene una volta ultimata la raschiatura.
coppa acetabolare dell'anca
Con una mazzetta il chirurgo va ad incastrare la coppa acetabolare nell’osso controllando 
sempre il corretto posizionamento.
inserimento coppa acetabolare
Ora l’ortopedico fora il femore, estraendone così il midollo, per preparare il canale femorale che sarà 
l’alloggiamento del gambo della protesi. Il foro viene fatto di dimensioni minori rispetto all’ingombro effettivo 
della protesi, per garantire una tenuta e coesione immediata.
apertura canale femorale
Conclusa questa operazione si inserisce la protesi a pressione e si prova a muovere l’arto per accertarsi 
che tutto sia stato eseguito a regola d’arte.
testa protesi e coppa
Salvo imprevisti si riposizionano i tessuti e si sutura il taglio.
La ricerca al momento è incentrata nello scovare materiali sempre più biocompatibili e durevoli nel tempo. 
Infatti, una delle limitazioni maggiori è la durata di questo dispositivo che attualmente si aggira attorno ai 20 
anni e a volte anche 30. 
Passato questo periodo di tempo, si deve reintervenire e sostituire la protesi.
 Il secondo intervento è sempre più difficile del primo, perché l’osso perde consistenza e si indebolisce.
                                     
                                     
                                     
                                     
                        
                                     
OSTEOMIELITE - Infezione ossea e articolare d'anca
                          

                       
                           
                  
                 
               
                       
                       
                        
                        

                        

                              Fine
Pubblicato su Blogger oggi 30 novembre 2012 alle ore 22,20 da: Giuseppe Pinna de Marrubiu

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